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Riflessione esistenziale sulla felicitá

Una persona pochi giorni fa mi ha chiesto perché ho scelto il mio mestiere. Ho risposto di getto, senza riflettere "per vedere gli altri sorridere e possibilmente renderli felici" . Allora mi hanno detto perché secondo me SOLO gli "altri" felici.
Da parte mia sgomento. Non mi aspettavo una domanda del genere da una persona conosciuta superficialmente in una chat. Ho risposto cosí: "sta agli altri rendere felice me, evidentemente non vogliono".
Ma é cosí secondo voi? Cioé la nostra serenitá/felicitá (chiamatela come volete) deriva dagli altri, dalle loro interazioni con noi, o dipende da noi stessi? Lo stare soli si sa é tipico degli infelici...ma qual é il rapporto causa-effetto?
Tuttavia, col senno di poi, la mia risposta mi é sembrata viziata da anni di rabbia e risentimento verso chi mi avrebbe dovuto aiutare/sostenere/proteggere ed invece non ne é stato in grado o manco ci ha provato. Mi é sembrato uno scaricare su altri la colpa che invece probabilmente é solo mia. Ammesso che la felicitá esista davvero e non sia un'utopia, secondo voi in che misura é autoindotta o eteroindotta?
Perché se é autoindotta allora il mio mestiere non serve a nulla ed io sono responsabile del mio stato di miseria esistenziale.
Se é eteroindotta attorno a me ho solo bestie insensibili (senza offendere gli animali) che mi hanno ferita nel profondo e continuano a farlo tutti i santi giorni.
Che poi la felicitá esiste? A me basterebbe molto meno. Mi basterebbe un senso, ma come direbbe Vasco tutta questa storia, un senso non ce l'ha.

Ps: A me le fiabe non le ha mai lette nessuno. Davvero i draghi possono essere sconfitti?
Da parte mia sgomento. Non mi aspettavo una domanda del genere da una persona conosciuta superficialmente in una chat. Ho risposto cosí: "sta agli altri rendere felice me, evidentemente non vogliono".
Ma é cosí secondo voi? Cioé la nostra serenitá/felicitá (chiamatela come volete) deriva dagli altri, dalle loro interazioni con noi, o dipende da noi stessi? Lo stare soli si sa é tipico degli infelici...ma qual é il rapporto causa-effetto?
Tuttavia, col senno di poi, la mia risposta mi é sembrata viziata da anni di rabbia e risentimento verso chi mi avrebbe dovuto aiutare/sostenere/proteggere ed invece non ne é stato in grado o manco ci ha provato. Mi é sembrato uno scaricare su altri la colpa che invece probabilmente é solo mia. Ammesso che la felicitá esista davvero e non sia un'utopia, secondo voi in che misura é autoindotta o eteroindotta?
Perché se é autoindotta allora il mio mestiere non serve a nulla ed io sono responsabile del mio stato di miseria esistenziale.
Se é eteroindotta attorno a me ho solo bestie insensibili (senza offendere gli animali) che mi hanno ferita nel profondo e continuano a farlo tutti i santi giorni.
Che poi la felicitá esiste? A me basterebbe molto meno. Mi basterebbe un senso, ma come direbbe Vasco tutta questa storia, un senso non ce l'ha.

Ps: A me le fiabe non le ha mai lette nessuno. Davvero i draghi possono essere sconfitti?
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Commenti
C'è chi potrebbe essere sereno da solo, chi ha bisogno di altre persone. Forse quel che rende profondamente infelici è l'isolamento, che a parer mio è diverso dallo stare da soli.
Se il tuo mestiere fa sorridere gli altri e regala momenti sereni/felici, come potrebbe essere inutile?
I draghi a volte si sconfiggono, altre volte ci si impara a convivere, forse prima di diventare draghi erano altro.
P.s.: non conosco la tua situazione, ma non hai modo di allontanarti da queste persone?
Uno sguardo non giudicante è ciò che rende liberi di essere. Da la libertà agli altri oltre che a se stessi, perché purtroppo noi siamo come gli altri ci vedono
Io davvero mi sono resa conto di quale potenza ha lo sguardo che riceviamo su di noi.
Se riceviamo sguardi giudicanti e sprezzanti su di noi, noi ci sentiremo così come gli altri ci vedono: come soggetti da disprezzare, che non si meritano nulla!
Il perdono dell'altro è un dono che si fa soprattutto a se stessi. Forse è ciò che può far cambiare lo sguardo con cui noi guardiamo a noi stessi
Tuttavia non ci riesco proprio a perdonare, il solo sentire parlare di una di queste persone a cena mi sta causando l'insonnia e questo non fa che provocare ancora piú odio. Odio lui e odio me che mi faccio rovinare ancora la vita
Spiego dopo. È troppo lungo