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Il dolore degli altri
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Commenti
Conosco un asperger non diagnosticato, e so per certo che questi atteggiamenti vengono fraintesi ed interpretati come scarsa partecipazione.
La forte ansia che la assale di fronte a certe situazioni credo sia soprattutto dovuta all'incapacità di comprendere molti sentimenti e quindi di reagire in modo appropriato.
Entrambi i suoi genitori hanno tratti autistici, molto forti nella madre: alla nascita della sorella che piangeva molto ho assistito a scene tragiche e violente che hanno poi portato ad una rottura temporanea tra i due. Questi non sapevano fare altro che affidarla alla bambina di soli 6 anni, anche di notte, seppur questa all'epoca fosse sospetta autistica.
Per non sentirla piangere una notte le ha messo un cuscino sulla faccia: hanno reagito con maltrattamenti, colpevolizzandola per anni fino a che a distanza di 20 anni lei ha tentato il suicidio, dopo gravi episodi di tossicodipendenza.
Credo che la maggior colpa sia stata della scuola, che ha scambiato i suoi comportamenti per eccentri, visto che pur essendo impacciata era bravissima in tutte le materie.
Gli assistenti sociali non sono mai intervenuti, dato l'importanza della sua famiglia:
Ho assistito persino a bullismo pesante e molestie sessuali nei suoi confronti, ma non sono stata creduta e quindi ho smesso di denunciare.
Ancora oggi quando la incontro, mentre cammina contando a mente chissà cosa, mi sento male per non essere stata in grado di fare nulla.
Alle volte vorrei parlarle, ma ho paura di ferirla ulteriormente, visto che dopo la tragedia si è chiusa molto di più in se stessa.
Avete qualche consiglio?
Sia per il malessere fisico che quello psicologico.
Logicamente e' vero, ma la PRESENZA?
Presenza fisica, non al telefono o per sms.
Anche per accompagnare un malato terminale non puoi fare niente, ma il tuo dovere e' ESSERCI.
Parlo per i familiari stretti.
Ho litigato con mia figlia " neurotipica" ( a chiacchiere) per questo.
Mi piace piu' mio figlio che gira attorno senza dire nulla.
Non ci sono questioni di logica, tu non stai vicino per fare, tu stai vicino e basta.
Tutti pensano che il telefonino risolva tutto.
Lo pensava anche il mio analista, ma almeno lui si capiva, era lavoro, e poi lui lavorava sulla presenza/ assenza, che e' indispensabile, cioe' se tu inglobi una persona, non ti manchera' mai.
Ma non funziona sempre, ci sono circostanze in cui devi sentire che c' e' bisogno di te, e purtroppo lo devi sentire, non si puo' insegnare.
Puoi dire: " Non ho bisogno", ma devi dirti interiormente" credo ci sia bisogno di me"
Ctedo vi sia implicato un discorso di crescita e difese personali.
Il dolore altrui fa male.
Fa male a vedersi, fa male a sentirsi.