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ADHD, Asperger, Bipolare o Borderline?
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Commenti
Asperger Syndrome (100%)
????? tranquilla viola..io per es non ho diagnosi di
Secondo il test questa sono io:
Asperger Syndrome (100%) ADHD (67%)Bipolar Disorder (54%) Borderline Personality Disorder (20%)None (0%)
Dunque?
ADHD 78%
None 34%
Bipolar Disorder 0%
Borderline 0%
Orch! Mi inquieta un po' quel 78%, non l'avrei mai detto! Riesco a lavorare/studiare per 14 ore consecutive senza un minuto di pausa! È possibile che io sia ADHD solo perché ogni tanto dimentico il telefono in macchina e devo tornare indietro a prenderlo (me ne accorgo max in due minuti)?
Il mio psichiatra mi ha detto che sono uno dei rari casi che ha visto senza comorbilità.
Non so se ci credo, a questo test ;-)).
Sviluppo, tensione, rinuncia:
l’inquietudine del Borderline.
Romeo Lucioni
Nell’ambito della terapia dei disturbi dello sviluppo, un segno frequente è “una
tensione ansiosa sostenuta dalla paura di crescere”.
Questi bambini vivono una intensa “inquietudine” che viene riferita al “desiderio
di restare bambini” che è la controfaccia della “paura di crescere”.
Tali sentimenti portano anche ad un quadro “rinuncia”, che, in ultima analisi, si
traduce in blocco dello sviluppo.
Questo va inteso come:
- povero senso di sé: per il quale la carenza affettiva investe il soggetto che si
sente incapace, inadeguato, mentalmente deficitario;
- bassa autostima: per la quale gli altri sono sempre migliori, più dotati, più
abili nel gestire i rapporti interpersonali;
- insufficiente autovalorizzazione: che induce alla “rinuncia di sé”, a non
voler crescere ed a preferire il restare bambini.
Sono questi i sentimenti negativi che supportano allo stato di “inquietudine” nel
quale Denise Najmanovich segnala:
- aspetti negativi = tensione, angoscia, inerzia, timore, preoccupazione;
- aspetti positivi = eccitazione, effervescenza, ambizione, dubbio,
immaginazione.
L’ambito di queste problematiche è sicuramente di tipo affettivo; si tratta di
sentimenti che richiedono una elaborazione complessa, molto diversa dalla
“reattività” che caratterizza le emozioni.
Proprio per questo è necessario cercare la cause della “inquietudine esistenziale
giovanile” nelle problematiche e/o conflitti che accompagnano la vita relazionale
e, in primo luogo, quella familiare.
Abbiamo più volte messo in evidenza l’importanza del rapporto con i genitori nel
determinismo dello sviluppo psico-affettivo del bambino. Ed inoltre l’essenzialità
della relazione con la figura del padre nei suoi aspetti di:
- padre del reale;
- padre immaginario o padre arcaico.
Quando nello psichismo del bambino si evidenzia la presenza di un “padre
arcaico impositivo, oppressivo e distruttivo”, il bambino tende a mitigare o a
coartare le proprie spinte a crescere, proprio perché queste inducono in lui il
sospetto, l’inquietudine, la pura di dover subire le valenze oppressive e distruttive
del “padre immaginario”.
Nell’analisi di “giovani borderline” è stato possibile chiarire perfettamente questi
meccanismi intra-psichici che portano a “vissuti angoscianti” particolarmente
pregnanti perché la “paura della morte” si evidenzia in realtà come “paura della
dissoluzione” che porta a far sparire anche il “corpo presente, cioè il cadavere”.
La “dissoluzione” è un vissuto tanto “tenebroso” che può essere inteso come
“l’orrido” di Freud, tanto pericoloso ed invasivo da giustificare il blocco mentale.
Si potrebbe anche fare riferimento alla “paura della castrazione” preconizzata da
Freud ed anche alla “paura stessa di pensare” o “paura di utilizzare la propria
intelligenza”.
Nel ragazzo borderline, tutti questi vissuti portano ad una particolare “sentimento
di odio nei confronti del padre” che supporta:
- da un lato, la nascita (regressione) di sentimenti egocentrici ed onnipotenti che
inducono:
tendenza all’isolamento ed al rinchiudersi in un proprio mondo personalistico
che, evitando le relazioni, dona un senso di sicurezza e di auto-difesa;
- sentimenti di svalorizzazione nei confronti del padre, ritenuto sì onnipotente,
ma anche perverso e soprattutto incapace di esprimere sentimenti etici;
- ipervalorizzazione del Sé non sul piano intellettivo (dominio del padre), ma
nell’uso della “furbizia” che gli permette di difendersi ed anche di aggredire;
- valorizzazione della figura della madre (già svalorizzata dal padre onnipotente
che comanda ed impone la propria volontà anche se palesemente inadeguato
alle necessità della vita), che diventa “pericolosa” proprio perché sottomessa
all’Altro e che, quindi, preferisce sempre il padre al figlio (anche se questa
preferenza è dettata dalla paura).
Queste dinamiche intrapsichiche giustificano la presenza di una “inquietudine
esistenziale” che, come tensione emotiva o stato cronico di ansia e di stress,
porta:
- sia la tendenza alla rinuncia ad una integrazione sociale valida;
- sia alla tendenza a rinchiudersi in casa;
- sia al blocco dello sviluppo psico-affettivo ed anche di quello psicocognitivo.
Questo particolare tipo di autismo (che è stato riconosciuto nella “sindrome di
Asperger” o “autismo ad alto funzionamento”) non è di facile approccio e
trattamento proprio perché supportato da:
- forti sentimenti regressivi caratterizzati da egocentrismo e sensi di onnipotenza
che portano a svalorizzare l’altro, ritenuto come eticamente inferiore (il
terapeuta viene rimproverato come “vecchio debosciato”) ed anche incapace di
difendersi dalla “furbizia” del soggetto, il quale si sente anche “corazzato” dal
fatto di non avere bisogno proprio di nulla e di nessuno, perché può vivere “…
anche con una semplice goccia d’acqua” (simbolo di una madre dai seni
completamente asciutti);
- poderose spinte al acting-out, che permette sempre di scoprire modalità
collaterali o vie di fuga dettate dalla furbizia;
- consapevolezza di una “realtà liquida” che può essere affrontata solamente con
una capacità di vivere simultaneamente realtà e vissuti contrastanti (l’amore e
l’odio che quasi si sovrappongono o passano rapidamente dall’uno all’altro);
- rinuncia ad una “realtà concreta e stabile” che viene sostituita dalla
“possibilità di entrare ed uscire” (simbolo della situazione limite o borderline),
creare nuovi spazi e nuovi cammini o, come dice Denise Najmanovich
parafrasando il poeta, “… hacemos camino al andar”.
COMMENTO E CONCLUSIONI
Posti di fronte a questo quadro psico-patologico che potremmo anche chiamare
“esistenziale”, ci troviamo a chiederci: che fare? Come poter arrivare a risolvere
queste situazioni che ormai sono presenti in un numero crescente di adolescenti?
Sicuramente non si tratta di considerare questi casi come delle “malattie
psichiatriche” e, tanto meno, di prevedere degli interventi farmacologici.
Questi ragazzi, che presentano un alto tasso di sofferenza per sentirsi diversi e
per non riuscire a trovare il bandolo della matassa del loro funzionamento psicoaffettivo
(dolore psichico), devono piuttosto essere aiutati a:
- produrre quei cambiamenti utili per fare in modo che “il mondo entri dentro
di loro”;
- far sì che “il pensiero non sia causa di frustrazione proprio perché c’è nella
loro organizzazione psico-mentale un continuo dubbio, una insicurezza che
li porta sempre davanti a un bivio, nell’impossibilità di scegliere, nella
difficoltà di discriminare tra bene e male, tra amore ed odio.
Non è che sia compito facile, proprio perché bisogna superare la loro incapacità di
stabilire vincoli affettivi interpersonali e sociali, validi e persistenti.
Sono molteplici però le esperienze che si possono intraprendere per dare il là, per
indurre profondi cambiamenti, soprattutto quando si può utilizzare una figura
femminile come terapeuta, capace di smuovere quel senso di inferiorità e di
incapacità che si evidenzia nel rapporto con l’altro sesso.
La necessità di affrontare con decisione le problematiche borderline, sta anche
nel fatto che si tratta di disturbi che stanno presentando un notevole incremento
nella loro incidenza, tanto che si può dire che questo “disturbo di personalità”,
che nel passato è anche stato assimilato ad una “schizofrenia pseudo-nevrotica”,
è ormai la più frequente causa di disagio e di problematiche dello sviluppo tra gli
adolescenti, oltre che come spiegazione in molti casi di violenza giovanile e anche
di episodi di vera e propria criminalità.
Un grande aiuto sta venendo dalle applicazioni delle Arti-Terapie-Espressive (e tra
queste stanno prendendo un alto valore terapeutico la Arte-Terapia-
Psicodinamica, la Dialogo-Danza e la Arte-cine-Terapia) che attirano
particolarmente i ragazzi sempre alla ricerca di poter esprimersi e di mettere alla
prova le loro capacità psico-mentali creative ed innovative.
Nell’ambito terapeutico-educativo si tratta di costruire una “dimensione poetica”
(che produce, che crea) che include il senso della “poetica della vita”, la creatività
dell’immaginario, la dimensione trascendente che nei giovani acquista il valore
fondamentale di un “etico sociale” e di un “amore universale”
Fare entrare il mondo nella mente, risulta quindi il passaggio da una dimensione
preconcetta e iper-idealista a quella logica della quotidianità che immerge il
soggetto in un “dialogo triadico” ricco di quella esperienza che viene creata
dall’incontro e dalla parola che circola, dalla relazione e dalla comunicazione
affettiva.
Conoscere comincia sempre dal ri-conoscere, dall’osservare e dall’amare che è
pensare l’altro nei suoi vapori, nelle sue qualità ed in una dimensione collettiva e
nel rispetto delle regole che strutturano il sistema rappresentazionale
(costruzione della convenzionalità) ed il “sapere sociale”.
Si tratta di imparare a vivere nel mondo. No secondo una “modalità liquida”, ma
attivando quella “modalità solida” che si struttura nella capacità di acquisire
quelle abilità relazionali che permettono di dare forma, stabilità, continuità ed un
ruolo personale e definitivo nella società che ci circonda.
Personalità borderline significa, in ultima analisi, possedere “multiple
personalità” (“personalità liquida”) che aspettano quel aiuto fondamentale che
porta a :
- coagulare la molteplicità in singolarità;
- risolvere la pura che genera la ripetitività e la clonazione;
- superare l’inquietudine; vincere le ansie di una “esistenza spietata ed
angosciante”;
- costruire quel “ponte d’amore” dove il soggetto trova rifugio e, soprattutto,le
dinamiche per dare forma a se stesso, a quel Io-Ideale che è sinonimo di
libertà, di indipendenza, di creatività, di futuro e di sviluppo della propria
luminosa trascendenza.