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Il mio compagno

Salve a tutti. Io sono neurotipica e sono qui per cercare informazioni sulla neurodiversità poiché il mio compagno probabilmente è nello spettro, seppur in forma lieve. Non ha una diagnosi ufficiale ma più di uno psicologo che ha visto (in età adulta, anche se i sintomi c'erano già da bambino, e anzi più evidenti rispetto a ora) ha paventato questa ipotesi.
Sottolineo che a me lui piace così com'è, non voglio assolutamente che cambi e sono qui solo perché vorrei comprenderlo ancora meglio e che ho il suo consenso (non vuole parlarne lui stesso con nessuno ma gli va benissimo che io faccia ricerche). Preciso anche che io sono molto ignorante in proposito.
Ringraziandovi in anticipo per le eventuali risposte, vorrei sapere intanto se, dalle informazioni che sto per darvi, anche secondo voi si tratta veramente di lieve sindrome di Asperger oppure no - anche perché agli psicologi non ha detto tutto quello che ha detto a me - e poi se qualcun altro di voi ha le stesse esperienze e in caso se ha trovato delle soluzioni per vivere meglio quelle negative.
Fin da bambino ha avuto una passione molto intensa per la costruzione, il montare e lo smontare oggetti; ora principalmente computer e componentistica informatica. Lo fa anche per lavoro (ma non fa solo questo) ed è molto, molto capace nonostante sia praticamente autodidatta. Si può dire che ne sia "ossessionato".
Mi ha sempre detto che non riesce a capire la maggior parte dei comportamenti e delle cose che fa la gente, che soprattutto da piccolo non trovava una logica nelle loro reazioni e dinamiche e che nel tempo ha dovuto imparare a "fingere". Io per esempio noto che a volte dice delle cose "inappropriate", anche proprio spiacevoli, ma io capisco che il suo intento non è di ferire l'interlocutore, anche perché succede che lo faccia a proprio svantaggio. È come se non si rendesse conto che certe cose "non si dicono", o comunque non in quei modi e così schiettamente. Non so se mi spiego.
Quando va in posti nuovi non riesce a fare a meno di concentrarsi su qualunque dettaglio, anche il più insignificante, e la cosa a lungo andare lo sfinisce e gli provoca nausea e giramenti di testa. La situazione peggiora se deve camminare a piedi per strada, soprattutto se è buio e in città ci sono luci di negozi, lampioni, etc.
Nel periodo adolescenziale ha cominciato a fare uso di droghe e alcol proprio per "intorpidirsi il cervello" e sopportare questa situazione che altrimenti gli avrebbe reso impossibile uscire e avere una vita sociale. Era molto depresso anche se, "grazie" al suo essersi allenato a fingere, nessuno lo capiva. Ora ha smesso completamente con le sostanze e sta molto meglio di prima, ma rimane una sofferenza per lui uscire la sera.
Lui sostiene che, a causa delle droghe consumate nel tempo, ora è diminuita la sua intelligenza e di sentirsi più lento di prima nel risolvere problemi logici. Verso i vent'anni (ora ne ha 33) fece all'università un test QI e il risultato fu di 145.
Scusate il papiro. Vorrei tanto sapere soprattutto se qualcuno ha la sua stessa reazione quando esce la sera e se è riuscito a trovare qualcosa che allevi il malessere. Grazie mille a chi risponderà.
Post edited by riot on
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Commenti
Dalle cose che scrivi di lui potrebbe rientrare nello spettro, come potrebbe essere altro. I tratti “caratteristici” dello spettro si presentano anche nelle persone cosiddette NT, tutto dipende dalla quantità e qualità di questi tratti/caratteristiche.
Se il test del QI è valido (ma bisogna vedere che test è stato fatto, perché così è molto vago, e a seconda del test cambiano anche i parametri) potrebbe anche essere APC, e se rientra pure nello spettro si parla di 2e, ovvero doppia eccezionalità, e questo può averlo aiutato a “mitigare” i suoi tratti, a “mimetizzarsi”, a cavarsela anche senza supporto (ma non per questo senza sofferenza), o portare anche altre caratteristiche/difficoltà.
Però solo uno specialista può fare una diagnosi.
Quella che descrivi sembrerebbe una particolare sensibilità sensoriale.
Chi è sensibile si suoni può usare delle cuffie particolari; se sensibili alla luce si possono usare occhiali da sole o lenti colorate.
(scusa se sono vaga ma al momento non riesco ad essere più “centrata”, mi auguro che altri intervengano in maniera più precisa)
Mi piace la tua posizione nell'accettarlo per come è.
- la difficoltà nel comprendere le interazioni e le regole sociali
http://www.spazioasperger.it/rispostesemplici/lo_spettro_autistico_risposte_semplici.pdf
L'importante però e avere un approccio positivo: le difficoltà si possono affrontare, ma soprattuto è importante che lui valorizzi i suoi punti di forza.
P.S. Mi scuso se ho violato qualche regola di etichetta ma, come dicevo, mi sono appena iscritta e non sono sicura di niente.
Ti sembrerà strano ma se non ricordo male fui io a tirare fuori per prima questo argomento. Lui non mi aveva ancora detto degli psicologi e del fatto che lo avevano informato di una sua probabile presenza all'interno dello spettro autistico.
Io però per i fatti miei, poiché mi interessa leggere di psicologia (per hobby personale e senza alcuna qualifica ma anche perché io stessa, per vari motivi, di sedute da psichiatri e terapeuti ne ho affrontate da quando ero minorenne), sono venuta a conoscenza di questa condizione e a poco a poco ho fatto due più due. Gliene ho parlato con delicatezza e alla fine mi ha raccontato diverse sue esperienze.
Naturalmente è possibile una maggiore condivisione ma i tempi per attuarla sono personali e se lui ti dimostra amore e rispetto nel resto, penso non ci sia ragione di prenderla a male. Pensa che non è qualcosa di personale verso di te.
Io stessa ho impiegato tre anni per confessare a lui la mia particolare condizione psicologica (volevo scrivere "disturbo mentale" ma mi è sembrato troppo tragico...) perché me ne vergogno parecchio, non perché non mi fidi di lui.