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Stereotipi autismo/asperger

Credo che la tendenza (nata e alimentata ANCHE grazie al successo di Rain Man e di tutta una serie di film successivi...) di associare continuamente l'autismo (e l'Asperger) a doti geniali sia l'ennesimo stereotipo che si è diffuso a livello globale. Tale stereotipo inizialmente è stato funzionale, utile, ha aiutato a fissare caratteristiche, trovare evidenze, valorizzare quelle persone, sintetizzare e schematizzare un concetto complesso, tuttavia come ogni stereotipo, se non si è consapevoli che si tratta di un modello estremamente semplificato, genera confusione, fraintendimenti e passa dall'utilità iniziale all'essere controproducente dato che crea uno schema rigido e non rappresentativo dei casi reali che sono molteplici e fluidi rispetto alla teoria.
Attenzione non sto dicendo che non siano stati documentati casi simili (compreso il protagonista del film) e tra i vari esempi possibili i "piccoli professori" di Asperger hanno avuto sicuramente il loro peso, ma da qui a voler ricondurre sempre il discorso nel campo "sei pazzo ma geniale" ce ne passa e sinceramente una tale teoria mi ha stancato e innervosito parecchio. Senza contare che mettere l'accento sulle doti fuori dal comune degli autistici è stato anche un modo per mettere sotto una nuova luce (e salvarle da un destino pessimo) persone che all'epoca risultavano incomprensibili e ingestibili e venivano allontanate dalle famiglie e spesso passavano l'intera esistenza dentro istituti dove venivano trattate come soggetti irrecuperabili, incapaci di vivere in società, pericolosi per se stessi e per gli altri, spesso destinati ad essere sterilizzati o lobotomizzati o utilizzati come cavie o uccisi. L'eugenetica che si diffuse in Europa (e nella Germania nazista) fu importata dalla democratica e libera America (argomento questo molto scottante che viene sempre eluso quando si parla di Storia) che fu presa a modello dato che in quel periodo oltre oceano venivano già applicate simili politiche sociali. Asperger pose l'accento su questo aspetto ANCHE per salvare (o almeno tentare) la vita a tanti bambini/ragazzi/adulti dato che lui a differenza di altri studiosi non scappò dall'Europa per rifugiarsi altrove quando si verificò l'annessione dell'Austria alla Germania nel 1938: lui rimase, io ci vedo del coraggio, e tentò di salvare il salvabile nell'unico modo possibile ovvero agendo all'interno del sistema. Tutta questa situazione generò anche un altro stereotipo che ha contribuito a diffondere l'idea che Asperger collaborò "allegramente" con il regime nazista (un regime totalitario vorrei ricordare) come se avesse avuto scelta in proposito.
E questa è Storia documentata non il mio punto di vista nato da congetture e ipotesi.
Sembra che il genio (soprattutto verso materie scientifiche, ma questo è solo il classico più gettonato) venga utilizzato per giustificare la sindrome seguendo questa logica ipocrita: l'autismo in generale (e l'essere Asperger in particolare) è qualcosa di "brutto" (ma è meglio non dirlo ad alta voce e soprattutto in pubblico) tuttavia quando si accompagna a doti geniali allora può consentire alla persona di riscattarsi ed essere accettata e inserirsi a livello sociale e lavorativo e allora può diventare qualcosa di "bello".
Un modo per compensare, ma perché si sente il bisogno di compensare?
Ora mi viene in mente un parallelo con il discorso omicidio che subisce un'aggravante quando l'uomo uccide la donna: una incongruenza logica utile a scardinare un brutto abito mentale diffuso a livello sociale.
Inizialmente gli autistici venivano visti come idioti non in grado di intendere né di volere, incapaci di fare/pensare/dire: insomma venivano ampiamente sottovalutati. Per scardinare questa visione diffusa a livello pubblico se n'è innestata un'altra che all'opposto mostra gli autistici sempre come detentori di doti fuori dal comune che gli altri comuni mortali possono solo sognare. Il prevalere dell'una o dell'altra non aiuta, perché si tratta di un discorso molto più complesso, pieno di sfumature, di elementi comuni che si ripresentano con una certa frequenza e di elementi che invece mutano da caso a caso.
Utilizzata senza le dovute cautele diventa una logica estremamente deleteria perché va a creare l'ennesima linea di separazione (cosa di cui nessuno ha bisogno) e soprattutto mette un carico ulteriore (alimentando aspettative altrui, e sentimenti di inferiorità nella persona autistica/Asperger) sopra persone che spesso già si trovano in difficoltà.
Non solo non sei "normale", prima odiosa linea di separazione tra NT e ND, ma non sei nemmeno il fenomeno, seconda linea di separazione, che suona Bach a 6 anni o discute di massimi sistemi a 12 o che ha le doti di Temple Grandin.
E la persona finisce con il sentirsi ancora più sola, incompresa, inferiore, aliena, sempre spinta a dover dimostrare qualcosa che va oltre e che giustifichi determinate mancanze.
Stiamo parlando di persone, non di macchiette da teatro o animali fantastici da esporre in vetrina per compiacere un pubblico!
Non mi è mai piaciuto questo stereotipo e ho potuto notare che è diffuso non solo tra i NT ma anche tra i ND.
Ricordo ancora quando la compagna di mio padre, persona colta intelligente sensibile, venne a sapere della mia diagnosi e in modo ovviamente molto sottile, educato, con tutto il bon ton del mondo, tentò subito di capire se potevo essere il classico fenomeno (da baraccone mi verrebbe da aggiungere) che va a vincere medaglie alle olimpiadi della matematica e via dicendo.
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Commenti
"Le doti di Temple Grandin". Senz'altro.